Gli ha risposto l´assessore all´Ambiente Andrea Capuzzi, negando un nesso tra le schiume nel Gobbia e la vicenda del Mella (il Gobbia è un affluente): «Come ha detto anche il dirigente dell´Arpa Giulio Sesana - ha commentato l´assessore - il problema sul fiume sarebbe stato causato da un prodotto industriale scaricato tra Concesio e Villa Carcina. Non abbiamo a che fare con l´episodio».
Una magra consolazione per la Valgobbia, che deve comunque affrontare il problema degli sversamenti nel torrente. Le risposte? Ricordiamo che il municipio ha avviato insieme all´Arpa un progetto sperimentale unico in Europa per testare le acque: quattro sonde, a pieno regime da circa tre mesi, disposte su alcuni punti del letto registrano 24 ore su 24 i valori di conducibilità, e in caso di variazione allarmano l´Arpa, che poi avvisa l´ufficio Ambiente valgobbino per cercare la fonte dell´inquinamento. Ma visto proprio il recente episodio, i miglioramenti non sembrano entusiasmanti.
Tra le difficoltà operative c´è il difficile coordinamento tra Arpa, uffici comunali e polizia locale sulle 24 ore; e anche nei fine settimana e di notte, quando il rischio di scarichi illegali si moltiplica. «Perchè non aggiungere dei volontari per aumentare la vigilanza?», chiede l´interpellanza di Lentini. «È già arduo mettere insieme tre enti diversi - ha risposto l´assessore -, e aumentando le persone da mobilitare le difficoltà aumenterebbero».
Secondo Capuzzi, comunque, il progetto sta andando bene, e in tre mesi l´Arpa ha effettuato 52 sopralluoghi con la scoperta di due presunti casi di scarico illegale.
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