martedì 23 ottobre 2012

Inquinatori del Gobbia: la caccia è a buon punto

Le immagini pubblicate nei giorni scorsi del torrente Gobbia nuovamente vittima di sversamenti industriali hanno ulteriormente scosso una popolazione esasperata per un disastro ambientale che si ripete da decenni. Per ore i residenti di via Turati, vicino al Crocevia di Sarezzo, hanno atteso un intervento che non è mai arrivato; ma in seguito alle segnalazioni ricevute dalle centraline installate lungo il corso d´acqua, i tecnici degli enti incaricati dei controlli hanno raggiunto direttamente la zona dalla quale è ripetutamente partito l´inquinamento.
«Lo scorso venerdì, col supporto garantito dai tecnici dell´ufficio Ambiente e dagli agenti della polizia locale, hanno raggiunto il posto il dirigente Arpa Sergio Resola e le guardie ecologiche della Comunità montana - spiega Andrea Capuzzi, assessore all´Ambiente di Lumezzane -. Grazie ai dati forniti dalle centraline e dai controlli nei diversi pozzetti abbiamo individuato nelle frazioni basse della Valgobbia il punto di origine del problema».
I tecnici e l´amministratore lumezzanese spiegano che le ricerche non sono semplici visto il percorso del torrente, ma che chi ha trasformato il Gobbia in un fiume rosso ha agito tra la località Pieve e Gazzolo. L´Arpa ha poi recuperato un campione di acqua per identificare gli inquinanti. Dagli uffici di via Monsuello fanno sapere poi che dall´inizio dell´anno sono stati fatti una cinquantina di controlli in diversi pozzetti, e che si sta facendo tutto il possibile per risalire agli inquinatori. L´Arpa ha già verbalizzato alcuni episodi ora al vaglio della magistratura, e segnala che in alcuni tratti del Gobbia la situazione è migliorata; ma rimane aperto il problema della schiuma, che invece sembra nascere nelle frazioni alte. M.BEN. bresciaoggi 23/10/12

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