A Lumezzane il Gobbia torna - purtroppo - alla ribalta. L´allarme rosso,
l´ennesimo, è scattato nei giorni scorsi, dopo che sono stati segnalati
nuovi casi di sversamenti. Schiuma bianca, che di solito rivela la
presenza nelle acque del torrente dei liquidi utilizzati per la pulitura
e sgrassatura dei metalli, ha fatto la sua comparsa in vari punti e a
più riprese.
E questo nonostante dall´inizio dell´anno, nelle zone ad
alto rischio, lungo i margini del corso d´acqua, siano state installate
quattro sonde che, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, rilevano i valori
della conducibilità elettrica, trasmettendo le anomalie (in tempo reale)
con un sms all´Arpa, che si occupa dei controlli con l´ufficio Ambiente
del Comune.
LE SENTINELLE elettroniche sono tra le prime installate e
sperimentate in Europa. Ma, evidentemente, non sono riuscite a mettere
un freno agli sversamenti. Così come non ci sono riusciti gli anatemi
del sindaco Silverio Vivenzi, che disse, quando furono installate, di
«non voler colpire nessuno a tradimento» e che si stava lavorando per
mettere fine a «un´abitudine delinquenziale».
MA IN VALGOBBIA a
questo punto in molti si chiedono se le sonde funzionino. «Le centraline
segnalano anomalie all´Arpa solo in casi di gravissimo inquinamento -
fanno sapere dall´ufficio Ambiente -. Ci rechiamo spesso la mattina per
verificare le segnalazioni arrivate. Ma quando raggiungiamo il posto non
troviamo alcuna traccia utile per risalire all´azienda incriminata».
L´assessore
Andrea Capuzzi aveva spiegato le difficoltà di coordinamento tra uffici
e forze dell´ordine per cogliere in flagrante chi commette il reato,
soprattutto se, come capita spesso, agisce di notte. «Dove abbiamo
installato le centraline non ci sono molte aziende, quindi il raggio
d´azione è abbastanza preciso - confermano ancora da via Monsuello -, ma
già da qualche giorno abbiamo attivato con Sergio Resola - dirigente
dell´Arpa - dei campionamenti casuali lungo il Gobbia. E presto
partiremo con i controlli a tappeto direttamente nelle aziende».
Intanto,
sono stati già segnalati alle forze dell´ordine alcuni episodi, tra cui
anche recidivi. L´azione per contrastare il fenomeno quindi dovrebbe
essere ancora più mirata. Infine un aggiornamento sull´incendio che lo
scorso 29 luglio aveva devastato la ditta galvanica Pbb di via Santa
Margherita a Sant´Apollonio, con il timore che qualche refluo velenoso
si fosse mischiato con l´acqua degli idranti dei vigili del fuoco prima
di finire nel Gobbia sottostante. «Tutti i liquidi della galvanica sono
stati recuperati prima - confermano dall´ufficio Ambiente -: qualcosa
sicuramente è arrivato nell´acqua, ma nulla di grave». f.zizzo - bresciaoggi -
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